Si tratta di una seduta destinata a entrare nella storia quella odierna alla Borsa di Hong Kong, sprofondata dopo che Washington ha iniziato una guerra commerciale globale che sembra avcere come obiettivo privilegiato le merci che arrivano dalla Cina. L’indice guida ha accusato un ribasso del 13,22% segnando la peggiore performance dal 1997 ad oggi.
I dazi di Trump terremotano le Borse asiatiche
Male anche Shanghai: l’indice Composite ha ceduto il 7,34%, a 3.096,58 punti, mentre quello di Shenzhen ha fatto peggio, arrivando a perdere il 10,79% a fine giornata, attestandosi a quota 1.777,37 punti. Le parole di Ling Ji, vice ministro del Commercio cinese, che ha promesso “di proteggere le aziende americane e gli investimenti esteri” dopo l’imposizione di dazi doganali del 34% sulle importazioni americane non sembrano insomma aver aumentato la fiducia negli investitori.
“Le contromisure della Cina – ha spiegato nella giornata di ieri il politico – mirano non solo a proteggere fermamente i diritti e gli interessi legittimi delle aziende, comprese le società statunitensi in Cina, ma anche a riportare gli Stati Uniti sulla giusta strada del sistema commerciale multilaterale”. Male anche la Borsa di Tokyo nonostante il governo abbia annunciato che intende trattare con gli USA: l’indice Nikkei ha registrato un ribasso del 7,82% attestandosi a 31.136,58 punti. L’Indice Topix ha ceduto il 7,79% chiudendo a 2.288,66 punti.
Anche in India i due principali indici azionari, il BSE Sensex e il Nifty 50, sono crollati di circa il 5% ciascuno, ai minimi degli ultimi 9 mesi. A fine seduta l’indice NSE Nifty 50 è sceso fino al 5,1%, con l’indicatore di volatilità a 30 giorni balzato ai massimi di otto mesi.