Il cuore pulsante dell’innovazione portoghese si trova a circa 3 km dal centro di Lisbona, facilmente raggiungibile grazie a una splendida pista ciclabile lungo il fiume Tago. Il Beato Innovation District, che ospita Unicorn Factory Lisboa, è un’area di 60.000 mq, un tempo di proprietà della marina portoghese. I diciotto edifici presenti erano originariamente destinati alla produzione alimentare per l’esercito.

Ad accoglierci è José Motal, direttore del Beato Innovation District, a cui nel 2016 è stato affidato il compito di riconvertire l’area per trasformarla in un polo di innovazione. Il trasferimento del Web Summit da Dublino a Lisbona ha sicuramente accelerato questo processo. «Web Summit ha scelto Lisbona perché qui avrebbe avuto tutta l’attenzione possibile. Se si fosse svolto a Londra o New York, sarebbe stato solo uno dei tanti eventi», spiega José.
Lisbona è il paradiso delle startup?
Stabilire la direzione da intraprendere non è stato semplice, per questo motivo José e il suo team hanno visitato i più importanti centri di innovazione in Europa, tra cui Station F a Parigi. «L’obiettivo era attrarre investitori, promuovere l’imprenditorialità, ma anche creare una comunità attiva con spazi di co-living, co-working e fab lab». Mentre ci racconta la storia dell’ex area militare, visitiamo un vecchio birrificio ancora non riconvertito. «Per fare innovazione servono talenti, infrastrutture… e anche della birra! L’innovazione passa anche attraverso la rete sociale», afferma Josè sorridendo.

Attualmente, dei diciotto edifici, sette sono a pieno regime. Il prossimo a essere completato sarà uno spazio di co-living per startupper desiderosi di trasferirsi a Lisbona. Per un anno potranno vivere in quello spazio. Ma perché un innovatore dovrebbe scegliere proprio la capitale portoghese? «L’ho chiesto a uno startupper tedesco arrivato qui di recente», racconta Motal. «Mi ha detto che i suoi genitori gli hanno dato un capitale iniziale per sviluppare la sua idea. A Monaco avrebbe avuto autonomia per un anno, a Londra sei mesi, mentre in Portogallo gli sarebbero bastati per quattro anni… e avrebbe potuto anche fare surf»

Attualmente, all’Unicorn Factory Lisboa lavorano già mille persone, ma a pieno regime ne ospiterà circa tremila. Lisbona attrae le aziende non solo per il costo della manodopera qualificata competitiva ma anche per il costo della vita inferiore rispetto ad altri Paesi europei, tanto è che aziende americane e inglesi stanno spostando le loro sedi nella capitale portoghese. È il caso di Sixt, che ha trasferito il suo innovation hub nel Beato District, così come il quartier generale del Web Summit.

Le aziende americane che vogliono entrare nel mercato europeo scelgono Lisbona per il fuso orario favorevole e il minor costo dei talenti. «La cosa interessante non è solo che gli ingegneri costano meno, ma che professionisti di altri Paesi scelgono Lisbona per la qualità della vita: il mare, il sole, la sicurezza e un ambiente accogliente»
AI e innovazione spaziale
Un esempio è Virtuleap, startup americana nata nel 2018. Nel coworking dedicato all’AI Innovation incontriamo Hossein Jalali, CTO e co-founder, la cui azienda sviluppa tecnologia VR per la medicina predittiva. «Grazie all’esperienza immersiva dei nostri giochi, monitoriamo la capacità neuronale del cervello per prevedere malattie come demenza o Alzheimer», spiega Hossein. Virtuleap conta ventidue dipendenti, di cui diciotto si sono trasferiti a Lisbona supportati da Unicorn Factory. «Il fuso orario è un vantaggio, i talenti costano meno, ma soprattutto abbiamo trovato un ecosistema accogliente, sia in termini di investitori che di istituzioni, che hanno collaborato a testare il nostro prodotto»

Salendo al piano superiore, troviamo gli uffici di Neuraspace, dove ci accoglie Marta Guimarães, AI Researcher dell’azienda. «Monitoriamo il traffico satellitare con l’intelligenza artificiale per prevenire collisioni». Fondata nel 2020 da Nuno Sebastião, CEO e co-founder dell’unicorno portoghese Feedzai (che utilizza l’AI per identificare transazioni fraudolente), l’azienda ha installato telescopi in Cile e in Portogallo per tracciare i satelliti. «Siamo un team di venticinque persone, nati durante il Covid come remote company, ma quando abbiamo sentito il bisogno di uno spazio fisico, Unicorn Factory ci ha offerto questa opportunità».
Cosa fa Unicorn Factory
La nostra visita si conclude al quartier generale di Unicorn Factory, ospitato in un ex pastificio della marina militare. Qui incontriamo Gil Azevedo, Executive Director, ex consulente McKinsey, ora totalmente dedicato al supporto dell’ecosistema innovativo portoghese. «L’incubatore è nato nel 2022 e lavora su più fronti. Esisteva già un innovation hub, ma con molte aziende in early stage che non riuscivano a scalare. Il nostro obiettivo è stato supportarle nel percorso di crescita, fino a farle diventare unicorni»
Unicorn Factory offre anche corsi per CEO interessati ai mercati internazionali, alla raccolta di investimenti o allo sviluppo di nuove idee. «L’anno scorso abbiamo sostenuto 250 startup nello scale-up, di cui il 50% portoghesi e il 50% internazionali, facilitando connessioni con VC per un valore di 600 milioni di euro». Il lifestyle portoghese ha giocato un ruolo chiave, attirando imprenditori della Silicon Valley, che hanno messo il loro know-how al servizio dell’ecosistema locale.

Le candidature per entrare in Unicorn Factory sono numerose, e Gil si occupa di selezionare le idee più promettenti per il pitch. Tra le tante storie di successo, racconta quella della startup Oscar fondata da un imprenditore brasiliano, João Marques, che ha creato una piattaforma per servizi domestici come idraulici, imbianchini e falegnami. «L’idea non era nuova, ma lui ci è riuscito dove altri avevano fallito, concentrandosi sulla risoluzione dei problemi piuttosto che solo sulla ricerca del mercato dove vendere il proprio prodotto». Oggi Oscar impiega trenta persone ed è in continua espansione. Lisbona si conferma così un polo d’innovazione sempre più strategico in Europa, con un ecosistema fertile per startup e talenti da tutto il mondo.