L’Unione europea nella sua controffensiva alla guerra dei dazi scatenata dalla Casa Bianca si dice pronta a predisporre «una tassa sui ricavi pubblicitari digitali» che colpirebbe le Big Tech.
Big Tech nel mirino di Bruxelles
Questo qualora i negoziati con Donald Trump dovessero fallire. A dirlo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista al Financial Times. che ribadisce comunque l’intenzione di sfruttare i 90 giorni di tregua concessi dagli USA per ricercare un accordo «pienamente equilibrato» con Washington.

DSA e DMA non si toccano?
Non sarebbero negoziabili le norme europee che più danno fastidio alle Big Tech statunitensi sul digitale (il pacchetto Dsa-Dma) o il regime dell’Iva più volte finito nel mirino di Trump che lo ritiene erroneamente un modo per sfavorire i prodotti statunitensi (dimostrando di non sapere come funzioni tale imposta). «Questi aspetti non rientrano nel negoziato perché sono decisioni sovrane», ha detto von der Leyen.
Tassare le Big Tech USA? L’altolà tedesco
«Per quanto riguarda l’acciaio e l’alluminio, Bruxelles è stata molto specifica su cosa vuole fare e, secondo noi, è la cosa giusta da fare», il commento del ministro delle Finanze tedesco Joerg Kukies, al suo arrivo all’Eurogruppo a Varsavia. Che sull’ipotesi di colpire le Big Tech USA però invita alla calma: «Dobbiamo stare attenti alle aziende digitali perché non abbiamo vere alternative. Ieri ho parlato nuovamente con alcuni rappresentanti aziendali, i quali mi hanno detto che semplicemente non esistono fornitori di servizi cloud o di intelligenza artificiale in termini di scalabitlità a cui possiamo rivolgerci. E bisogna sempre calibrare con molta attenzione il punto in cui si vuole essere più aggressivi».
«Quando si parla di digitale è un aspetto per cui dobbiamo prima trovare delle alternative – ha ribadito Kukies – Ecco perché, a nostro avviso, è molto importante che, quando si parla di competitività, si discuta anche di come possiamo rafforzare la potenza digitale dell’Unione europea, per ottenere maggiore resilienza e maggiore indipendenza», ha chiosato il ministro tedesco.