La Banca Centrale Europea si prepara al quinto taglio consecutivo del costo del denaro, grazie al quale il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni passerebbe dal valore attuale del 3,69% al 3,44%, con le migliori offerte che dal 3,18% scenderebbero sotto quota 3%, attestandosi al 2,93%. A deciderlo sarà la seconda riunione di politica monetaria dell’anno, in programma il prossimo 6 marzo. Questo quinto taglio consecutivo, e il sesto a partire da giugno 2024, con ogni probabilità sarà di un quarto di punto. Secondo le previsioni degli analisti, questo dovrebbe essere il primo dei due tagli attesi entro giugno, a seguito dei quali Francoforte valuterà come agire nel secondo semestre dell’anno in base ai dati relativi alla crescita economica e all’inflazione. Ma che cosa ne pensano gli analisti?
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Quanto incidono le decisioni della Federal Reserve e della Bank of England?
Secondo gli analisti, sarà fondamentale capire come si muoveranno la Federal Reserve negli Stati Uniti e la Bank of England nel Regno Unito, che nelle riunioni in programma rispettivamente il 19 e il 20 marzo sono entrambe avviate verso la decisione di lasciare inalterati i tassi d’interesse, almeno per il momento. Se, da un lato, l’indipendenza della Bce rispetto alle altre banche centrali può giovare l’economia dell’Eurozona, divergenze in tema di politica monetaria potrebbero portare a un indebolimento dell’euro rispetto a dollaro e sterlina, aumentando il costo delle esportazioni e minando l’economia dei mercati europei.
Il taglio previsto nella riunione permetterà agli indici Euribor (i tassi di riferimento sui quali viene calcolato il TAN dei mutui a tasso variabile) di abbassarsi ulteriormente nelle prossime settimane, dopo che il cambio di rotta di Francoforte in tema di politica monetaria dello scorso anno ha portato a un calo di oltre 100 punti base negli ultimi 12 mesi. E sempre secondo i forward, l’Euribor potrebbe scendere a quota 2% nella seconda metà del 2025, verso un riequilibrio con l’IRS che sembra essere molto vicino.
Il tasso fisso per ora rimane più conveniente, ma grazie ai tagli nella seconda metà del 2025 la situazione potrebbe cambiare a favore del variabile.
Se si considera un mutuo a 20 anni dell’importo di 150mila euro, con il quinto taglio consecutivo del costo del denaro, il risparmio sulla rata mensile potrà arrivare fino a 19 euro rispetto a oggi (da 884 a 865 euro per la rata media, da 845 a 826 euro per le migliori offerte), mentre sull’intera durata del mutuo la spesa totale sarà di oltre 4.500 euro in meno. Nonostante il taglio atteso, il tasso fisso rimarrà per il momento la soluzione più conveniente, con il TAN medio che a febbraio si attesta al 2,87%, mentre le migliori offerte scendono al 2,40%.
Ma per gli analisti la convenienza del tasso fisso potrebbe durare ancora per pochi mesi nel caso di ulteriori tagli al costo del denaro. Se, come da previsioni, entro giugno la Bce deciderà per un’altra sforbiciata dello 0,25%, il TAN medio del variabile potrebbe scendere al 2,94%, molto vicino all’attuale tasso medio del fisso, mentre le migliori offerte potrebbero scendere a quota 2,68%.