“In TV ci sono in onda sempre i soliti programmi”, quante volte lo abbiamo detto o sentito dire? In effetti volendo vedere la classifica dei format televisivi più attivi nel mondo nel 2024, ai primi tre posti troviamo titoli come Got Talent (oltre 70 canali lo hanno trasmesso l’anno scorso ed è un titolo nato nel 2006), The Voice (presente in oltre 60 Paesi, con la prima edizione datata 2010), Big Brother (nei palinsesti di più di 50 nazioni, presente in tv dal 1999).
In top 10, nonostante sia stato creato nel 1975, c’è ancora Wheel of Fortune, che proprio l’anno scorso ha trovato una nuova e di successo, vita anche in Italia. E poco sotto, all’11esimo posto della classifica, resiste addirittura The Price is Right che è stato ideato ben 19 anni prima, nel 1956. Ma questi longevi pilastri dell’intrattenimento lasciano spazio alle novità?
Che c’è di nuovo in TV?
A questo punto della nostra rubrica, dopo la ricognizione fatta fin qui sull’evoluzione della televisione come nuovo media dal punto di vista delle piattaforme, è tempo, per capire Che Tv Sarà, di iniziare a parlare anche di format e contenuti. Analizzando l’ultimo anno, sembra che la missione degli addetti ai lavori sia quella di catturare l’attenzione di uno spettatore sempre più distratto, ecco infatti prevalere la contaminazione dei reality con i social media, ponendo attenzione alle nuove relazione sociali. Ma abbiamo assistito anche ai primi tentativi di creare una commistione collaborativa tra intelligenza artificiale e intrattenimento. Insomma gli esperimenti non sono mancati.
Reality show sempre più avventurosi
Le sfide estreme, dove mettere alla prova le abilità di sopravvivenza dei concorrenti, sono state un ingrediente molto utilizzato. Netflix ha proposto in Germania Fight for Paradise, adattamento del format Surviving Paradise, in cui ad un gruppo di estranei viene fatto credere di essere stato selezionato per trascorrere un’estate in una lussuosa villa. Una volta arrivati, vengono spediti nella giungla e, tra alleanze, competizioni e sopravvivenza, devono cercare di farvi ritorno per vincere il premio in palio.

Un filone a cui si sono ispirati molti titoli come l’olandese No Way Back, dove a condurre il gioco è addirittura un ex comandante dell’esercito o The Summit, nato in Australia e subito adattato negli Stati Uniti da CBS e poi da ITV in Gran Bretagna. Come suggerisce il titolo, qui la sfida riguarda una montagna: in 14 giorni, un gruppo di concorrenti deve arrivare in cima ad una vetta neozelandese per vincere il denaro che trasportano nel loro zaino. Non solo sfide fisiche, ma anche decisioni strategiche da prendere che rendono così il gioco accattivante.
La contaminazione col mondo social
E la contaminazione dei format tv con i social network che risultati ha portato? Una cosa è assodata, i social sono sempre più fucina di persone e personaggi da utilizzare nei più strutturati format televisivi a cui, influencer e non, sembrano prestarsi con grande piacere (ed interesse). Come se fosse un grande casting, generato dal basso, i social network sfornano, con la velocità che serve alla grande macchina dell’intrattenimento televisivo, i concorrenti di storici titoli come il Grande Fratello, ma non solo.
Nel format sudcoreano di Netflix, Doinpeulruonso – The Influencer, ne vengono coinvolti ben 77 in un colpo solo. Competono per dimostrare di saper esercitare la loro influenza sul pubblico. Attraverso delle prove, devono acquisire follower reali sui propri profili. Ogni concorrente indossa infatti una specie di collare che mostra il numero dei follower in costante aggiornamento. Vince chi ne conquista di più.
La Corea? Un mercato molto fertile
La Corea è anche patria di format mass market come il musicale The Masked Singer, riadattato in Italia col titolo Cantante Mascherato (Rai 1). Nato in Sud Corea nel 2015 col titolo originale di King of Mask Singer, il programma prevede che delle celebrità eseguano brani musicali indossando costumi elaborati e maschere che celano la loro identità. Alla giuria cercare di indovinarla. Esportato negli Stati Uniti (è il 14esimo format più riprodotto l’anno scorso con 58 edizioni nel mondo), ha ottenuto ascolti importanti di oltre 7.000.000 di telespettatori.

Ed è proprio la Corea e l’Asia in generale, a lanciare un altro filone forte nell’ultimo anno televisivo, quello che mixa strategicamente elementi di mistero e suspance per offrire al pubblico storie intricanti e sfide deduttive. Tre i titoli in particolare da tenere d’occhio: Apartment 404, Still Alive e Bloody Game. Il primo vede protagonisti dei concorrenti vip che devono trovare la verità dietro eventi strani ed inquietanti che accadono nell’appartamento 404, dove vivono appunto.
In Still Alive i concorrenti sono rinchiusi in una casa della paura e devono decifrare una “regola della morte” non ben definita. Bloody Game si potrebbe descrivere come un misto tra Squid Game e Parasite e mette in competizione cinque persone che, giorno dopo giorno, scoprono le regole del gioco, cercando di resistere a tradimenti ed eliminazioni. In questo format vengono messe alla prova non solo le capacità fisiche dei concorrenti, ma anche quelle mentali.
Commistioni di generi
La chiave narrativa del reality, in alcuni nuovi format, si è fusa con quella dei talent. La commistione di generi infatti è un’altra strada ultimamente praticata spesso. Ne è un esempio la novità brasiliana Estrela de Casa, uno show musicale in cui i concorrenti non solo si devono esibire, ma sono anche monitorati h24, come fossero al Grande Fratello. Competizioni per dimostrare le abilità canore, esibizioni dal vivo, sfide a colpi di download dei loro singoli più ascoltati… gli ingredienti principali della sfida che porta uno di loro a vincere un premio in denaro ed un contratto con una casa discografica.
Dating show e nuove relazioni sociali
I dating show, ovvero i format dedicati ai sentimenti e alle relazioni, vanno per la maggiore, favoriti anche dall’ampia gamma di dinamiche relazionali che caratterizzano i rapporti moderni. Relazioni amorose che riflettono i cambiamenti della società anche in tema di diversità. Ecco così che il mondo LGBTQ+, prima esplorato prevalentemente dalle piattaforme, oggi sbarca anche su BBC. Nel corso dell’ultimo anno i giapponesi hanno proposto The Boyfriend e gli inglesi I Kissed a Girl, che segue il già realizzato I Kissed a Boy, programma noto perché prima ci si bacia e poi ci si conosce. The Boyfriend vede la luce su Netflix e in Giappone è stato il primo programma di incontri omosessuali del paese.
Nove uomini, tra i 22 e i 36 anni, coabitano in una casa sulla spiaggia, gestendo insieme un coffee truck itinerante in cui lavorano a turno. Distinguendosi per l’approccio delicato e rispettoso nel trattare le emozioni e le relazioni dei partecipanti, evitando eccessi e volgarità, il format esplora le dinamiche di amicizia e amore tra uomini gay e bisessuali che si vengono a creare tra i partecipanti.

Ma nei format di dating sono diverse le novità lanciate: nello spagnolo Si lo dice mi madre, è la mamma a scegliere il fidanzato che in My Sibling’s Romance è un ruolo che spetta a fratelli e sorelle (coreano). A proposito di social, anche in questo genere se ne sente l’influenza. Date Me at My Worst nasce in collaborazione tra BBCi-player e YouTube e mette in primo piano un argomento molto attuale: il confronto tra l’immagine online e quella reale.
Infatti tutto ciò che i concorrenti postano come “vite perfette” sui loro profili viene messo a confronto con la loro vita reale, mostrandola imperfetta e vulnerabile. L’idea di base del programma è che le persone possano trovare una connessione genuina e duratura anche quando sono più autentiche.
Non a caso concludo con un format che è legato a YouTube, la piattaforma di Google infatti merita anche questa volta un capitolo a sé, come luogo di sperimentazione di volti e format. Ma ne parliamo la prossima volta.