Lo studio indipendente britannico Polygon Treehouse fondato da due ex art director di Guerrilla debutta su Switch con una delle migliori avventure grafiche a disposizione sullo store digitale Nintendo
Conoscete Horizon Zero Dawn? A meno che non siate stati sulla Luna a coltivare patate fino all’altro ieri, sì, dovrebbe farvi suonare almeno un lontano campanello d’allarme. Parliamo infatti di uno dei videogiochi più chiacchierati, premiati e giocati dell’ultimo periodo. Ecco, è stato sviluppato dai ragazzi di Guerrilla Games, software house di proprietà Sony, in cui per anni hanno militato Tom Jones e Alex Kanaris-Sotiriou, col titolo di Art Director. I due a un certo punto si sono stancati della vita nelle major e hanno deciso di fondare la propria startup: Polygon Treehouse che oggi propone il suo secondo videogame: Röki.
Viaggio in una tenerissima favola scandinava
Dopo essere atterrato su Microsoft Windows, MacOS e Classic Mac OS, Röki ora piomba tra le braccia dell’utenza Nintendo. Nella delicata avventura grafica sviluppata in quel di Cambridge ci ritroveremo a indossare i panni di Tove, una ragazzina volenterosa che la vita ha messo alla prova, costringendola a maturare molto in fretta. Non solo Tove abita in un luogo sperduto e inospitale, ma ha anche perso tragicamente la mamma. Da quel giorno, suo padre versa in uno stato catatonico. Tocca a lei prendersi cura di sé e del fratellino: viziato e capriccioso oltre ogni limite.
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Una sera il bimbetto viene rapito da un mostro e, vista l’inutilità del babbo, alla ragazzina non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche, affrontare le steppe e mettersi in marcia per liberarlo. Ha così inizio Röki, fiaba in stile Andersen 4.0, perennemente sospesa tra eventi di una gravità inaudita, che l’utente/lettore faticherà a digerire e fatti zuccherosi e leggiadri.
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Röki, un po’ fiaba moderna un po’ moderno punta e clicca
Siamo di fronte non solo a una edizione moderna delle classiche fiabe del Nord Europa, ma anche del genere dei punta e clicca, svecchiato e smussato dei suoi caratteri più anacronistici a uso e consumo del giocatore del 2020. Quindi, esplorazione diretta dello scenario, che non andrà quindi navigato con un cursore e, soprattutto, reperibilità immediata degli oggetti collezionabili o comunque sensibili alle vostre azioni, che saranno sempre evidenziati evitandovi di battere palmo a palmo ogni schermata. Fatto non da poco, soprattutto quando si gioca a Röki su Nintendo Switch in modalità portatile e non si vuole consumare le diottrie esaminando ogni singolo pixel del visore.
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Particolare non da poco, riguarda poi il backtracking. In genere le avventure grafiche sono scarsamente immersive: si può procedere anche in modo svogliato raccogliendo oggetti e provando a combinarli con elementi del background. Qui no: si deve ritornare spesso sui propri passi, quasi come in un Metroidvania, perché in diverse occasioni si recuperano items che andranno usati in zone già visitate e che in un primo tempo risultavano precluse.
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Si potrà evitare di macinare chilometri come fattorini usando le scorciatoie dell’Albero Madre, che è poi l’hub del gioco: eliminando alcuni cespugli spinosi aumenterete infatti i collegamenti tra più zone della mappa, accorciando notevolmente le distanze. Il continuo backtracking comunque spinge sia a ricordarsi quanto visto, evitando appunto di andare solo per tentativi, sia a usare l’utilissimo taccuino di Tove, che fungerà pure da inventario (fa molto Paper Mario Sticker Star) e ci sarà utile in più di una occasione.
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L’umorismo del gioco, il fatto che peschi da fiabe e folclore a noi decisamente poco noti e l’incredibile stile grafico trasognato completano il pacchetto e fanno di Röki una delle più belle avventure grafiche finora apparse su Nintendo eShop. Da acquistare senza pensarci troppo, ma attenzione: non fatevi ingannare dalle tonalità fiabesche perché è un titolo impegnativo e adatto a una platea piuttosto grandicella.