Nel suo quartier generale a Bangkok. Ma ne seguiranno altri. Dalle poltrone alle divise, ogni dettaglio replica l’esperienza di un pasto in volo
Ci sono le poltrone, arancioni e viola, con tanto di poggiatesta e cuscini. Certo di spazio per i piatti e le portate ce n’è un po’ di più, rispetto all’angusto tavolinetto di un aereo di lungo raggio. Ma l’atmosfera è garantita. Se vi manca il cibo che di solito viene distribuito in aereo, e che oggi potete gustare di rado perché le compagnie hanno sospeso il servizio e perché si viaggia con più difficoltà, la Thai Airlines – la compagnia di bandiera thailandese fondata nel 1988 e oggi, come decine di altre, in caduta libera – ha una soluzione per voi.
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Come funziona
Si tratta di un curioso ristorante “pop up” che ha inaugurato al suo quartier generale in Vibhavadi Rangsit Road, a Bangkok. Un’esperienza gastronomica che replica in tutto e per tutto quella in aereo, compreso il menu predisposto per questo periodo dal vettore asiatico. C’è però, come ha spiegato anche la Bbc, molto più che l’offerta culinaria.
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Dalle poltrone alla caffetteria fino ai tavolini, realizzati con elementi tipici dell’arredamento di un velivolo o con pezzi in disuso e recuperati per l’occasione da motori e finestrini, fino alle uniformi di chef e camerieri (pardon, componenti dell’equipaggio) che si occupano dei clienti. Anzi, dei passeggeri.
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L’accesso con la scaletta
Non basta: l’accesso al ristorante, di fatto la mensa aziendale della compagnia (controllata al 48% dal governo thailandese) riconvertita e aperta ai nostalgici del volo, avviene tramite una scala come quelle che si usano negli aeroporti per l’accesso dalla pista e tavoli e poltrone sono stati collocati a replicare al massimo la configurazione di un aereo, anche se le isole da quattro posti sono composte da poltrone che, ovviamente, sono disposte frontalmente.
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Ne apriranno altri
Già da aprile Thai aveva offerto i propri pasti da viaggio con la modalità del take-away. Con l’aggravarsi della crisi del turismo internazionale, e i ripetuti “lockdown” che hanno messo in ginocchio l’aviazione civile internazionale (la Iata stima perdite per almeno 84 miliardi di dollari, da rivedere senz’altro al rialzo), è arrivata anche la nuova idea all’inizio di settembre.
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La colazione è servita dalle 7 di mattina mentre si può pranzare dalle 9 a prezzi che variano dai 3 ai 5 dollari. Nel menu spuntano caesar salad, yakisoba (lo chef è il giapponese Jun Uenishi) e kebab. Al momento vengono serviti 2mila pasti al giorno e la compagnia – che ha presentato un piano di ristrutturazione finanziaria e ridimensionamento per evitare la bancarotta – ha in cantiere la riconversione di altri uffici in giro per la città in ristoranti a tema.