Viviamo in un’epoca in cui tutti hanno per le mani piattaforme in grado di trasformare post, video, immagini in contenuti virali nel giro di pochi minuti. Eppure questo super potere richiede una grande dose di umiltà. «Quando produci un contenuto il primo consiglio è fermarsi e chiedersi: quello che sto condividendo genera davvero valore, conoscenza? Ogni contenuto che consenta di imparare qualcosa, dal commento di una notizia all’analisi di mercato può produrre nuovi punti di vista».
Michele Pierri, Head of International Editorial Special Projects e a capo del team editoriale di LinkedIn Notizie, parla da un osservatorio privilegiato. Il social che Microsoft ha acquisito nel 2016 per oltre 26 miliardi di dollari è la piazza digitale dedicata a lavoro, business, tecnologia e crescita professionale. Oltre 1 miliardo di persone nel mondo lo utilizzano.
Quanto è cambiato LinkedIn?
In questa intervista ci siamo fatti raccontare la sua storia, di come LinkedIn è cambiato negli anni, del ruolo di una redazione all’interno di un social e qualche antidoto contro il rischio di alimentare la fiera delle vanità (problema che riguarda ogni tipo di social). Nato a Taranto nel 1983, Michele Pierri ha fatto quello che chi è del mestiere definirebbe un percorso tradizionale. «Ho lavorato per un sito con collaborazioni sulla carta stampata; mi sono occupato di digitale e cybersecurity per un’agenzia di stampa».
Quando la redazione di LinkedIn stava iniziando a comporsi in Italia, era il 2019, ha inoltrato la candidatura. Come tutte le altre piattaforme, LinkedIn si è evoluto (di recente è stata aggiornata l’interfaccia, con più spazio per i video). «Se dovessi scegliere uno dei cambiamenti che ho visto accadere in maniera più evidente è stato la crescita della circolazione di notizie di business. Notiamo che gli utenti utilizzano la piattaforma sempre di più, per discutere di qualsiasi tema. Dagli effetti dell’inflazione al lavoro ibrido».
Startup, come farsi notare su LinkedIn
Oltre a diventare una piazza che privilegia i contenuti nativi, scoraggiando la banale condivisione di una notizia con abstract asettico che invita a visitare un sito esterno, LinkedIn da anni pubblica classifiche e analisi sull’ecosistema. Top Startups Italia 2024 è arrivata alla quinta edizione: è la lista annuale di 10 startup emergenti curata da LinkedIn Notizie. Dalla prima alla decima sono le seguenti: hlpy, Up2You, Scalapay, Smartpricing, SiVola, Moov, freedome, Contents, AccessiWay, Oversonic.
Quattro gli indicatori principali: la crescita della forza lavoro, le interazioni degli utenti con le aziende e i loro dipendenti, l’interesse di professionisti in cerca di un nuovo impiego verso queste startup e la loro capacità di attrarre talenti. «Come per tutte le nostre liste vogliamo offrire una risorsa agli utenti della piattaforma per orientarsi nel mercato del lavoro – commenta Pierri -. Cosa può essere interessante per loro? Da un punto di vista poi giornalistico esaminiamo come evolve il mercato».
Per quelle startup che stanno iniziando a intendere la propria presenza su LinkedIn con approccio nativo – dunque, contenuti originali e ragionati – visitare le pagine delle Top in Italia può fornire diversi spunti. In fin dei conti ogni azienda e ogni professionista oggi dovrebbe ragionare come un media. La differenza sta solo nel capire come e quanto tempo investire su quel fronte. Stare online in una certa maniera attira contatti e attenzione. E, ovviamente, possibilità di lavoro.
«Non puoi esser un professionista di successo se non hai a disposizione tutte quelle informazioni che ti permettono di crescere – aggiunge Pierri -. Lì entra in gioco la condivisione della conoscenza. Cercare lavoro è una componente dell’attività su LinkedIn». Ma che dire di chi intende la propria presenza sul social come scintillante vetrina della propria grandeur? Se la controindicazione su Instagram è vedere tutti gli altri come tremendamente belli, su LinkedIn il rischio è demoralizzarsi perché gli altri fatturano e crescono più di noi.
Cosa funziona su LinkedIn?
Pierri ha un antidoto per correggere la vanità quando si condivide un successo. «Condividere un successo non è sbagliato di per sè. Quello che fa la differenza è il pezzo che aggiungi. Cosa mi ha aiutato concretamente a costruirlo, cosa ho imparato?». Ecco un esempio pratico. «Ricordo un post molto bello di un Ceo di successo in cui raccontava il suo primo giorno di stage in un’azienda. Confidava cosa aveva imparato: era un’esperienza personale, ma allo stesso tempo lasciava informazioni».
Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda gli argomenti da trattare. Senz’altro l’Intelligenza artificiale rappresenta un trend che genera commenti e riscuote interesse. Ma è una delle tante bolle. «Ci sono anche le nicchie, a volte iper nicchie. Temi che vengono affrontati da gruppi specifici di professionisti. Negli ultimi giorni c’è stato un dibattito interessante interessante sul platform thinking. In queste settimane si discute poi molto di manovra».
La redazione di LinkedIn Notizie lavora ogni giorno su questa piazza digitale, leggendo e analizzando i contenuti, mettendoli in gerarchia per distribuire ad esempio le rassegne stampa. «Siamo una redazione di giornalisti professionisti che unisce i puntini». Un suggerimento su cosa tenere d’occhio nelle prossime settimane? «Stiamo cercando di capire come raccontare la sostenibilità durante i giorni della imminente Cop29».