Nel 2016 di intelligenza artificiale se ne parlava molto poco; l’argomento era di nicchia e chiuso agli addetti al settore. Ma 5 studenti del Politecnico di Milano ne avevano già intercettato le potenzialità. In quell’anno, Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni hanno dato vita a indigo.ai, piattaforma che aiuta le aziende a evolvere la propria customer experience grazie all’AI e ad avanzati modelli linguistici. Tra i primi in Italia a proporre questa novità, hanno guadagnato terreno rispetto ad altri competitor e lo scorso gennaio, dopo un round da 2 milioni e mezzo di euro chiuso a inizio 2024, ne hanno portato a termine un altro da 10 milioni di euro interamente in equity. La società del Gruppo Vedrai adesso punta tutto sulle Pmi per accelerare il business a livello locale e internazionale, arrivare su nuovi canali e integrare quel modello con piattaforme per il servizio clienti e il CRM. Abbiamo intercettato il CEO, Gianluca Maruzzella, che ci ha raccontato gli sviluppi futuri di indigo.ai.

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Gianluca, come è nata indigo.ai?
Nel 2016, io, Enrico, Marco, Andrea e Denis studiavamo al Politecnico di Milano e avevamo iniziato ad appassionarci all’argomento “Intelligenza artificiale” quando non era ancora un trend. Dopo lunghe chiacchierate tra università e salotti di casa, abbiamo deciso di lanciare indigo.ai come piattaforma “no-code” che permette a chiunque in azienda – non solo ai data scientist – di sfruttare i modelli più potenti di deep learning e conversational AI per progettare assistenti virtuali (chatbot, voicebot) di ultima generazione. Quando siamo partiti eravamo noi 5, adesso siamo in 26.
Quali sono stati i vostri primi clienti?
Il nostro primo cliente in assoluto è stato Bayer. Inizialmente eravamo un po’ spaventati perché dovevamo gestire una serie di cose per un’azienda enorme e dopo tanti tentativi abbiamo capito quale fosse il modo migliore per farlo. Così abbiamo iniziato a investire sul prodotto e, con ChatGPT, poi è aumentata esponenzialmente la domanda. Dal 2022 facciamo parte del Gruppo Vedrai e abbiamo reso accessibile l’utilizzo dell’intelligenza artificiale conversazionale anche ai meno preparati. Tra i nostri clienti, oggi, ci sono, ad esempio, Telepass, Bayer, Santander Consumer Bank, Lavazza, Würth Italia, Unobravo, Spiagge.it., Enel. Nell’ultimo anno, sono entrati anche DentalPro, Opyn, Università Bocconi, Consorzio Netcomm e Pensionati.it. Recentemente abbiamo collaborato con Flou, per l’implementazione di agenti AI su WhatsApp, con il servizio di psicologia online Unobravo, per un assistente virtuale specificamente sviluppato per fornire supporto tecnico agli utenti e con Satispay, che utilizza indigo.ai per fornire supporto dalla sua app.
Quando avete capito che avrebbe potuto avere successo?
In realtà ci abbiamo sperato sin dal primo giorno della sua nascita. Avevamo compreso che stavamo portando una ventata di innovazione in azienda. Di AI non ce ne è solo una; ma sono tante, e vanno veloci. Nell’ultimo anno, che per noi è stato ricco di conferme, siamo riusciti a soddisfare le crescenti richieste da parte del mercato. Dopo una prima fase di adattamento, oggi le aziende sono pronte e destinano parte del proprio budget all’Intelligenza artificiale.

Tra i vostri obiettivi, c’è quello di focalizzarvi sullo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e funzionalità, quali in particolare?
Guardando avanti verso l’espansione di nuovi canali e all’integrazione con piattaforme per il servizio clienti e il CRM. Ogni azienda si crea una squadra di agenti con modelli di AI: ogni singolo modello ha un obiettivo e riesce a compiere determinate azioni. Noi lavoriamo per far sì che quel modello restituisca le informazioni giuste e vogliamo fare in modo che i nostri agenti siano sempre più sofisticati e interattivi con i clienti. Sono tante le tecnologie che possiamo mettere a disposizione dei nostri utenti e che restituiscono un impatto pervasivo sulle performance aziendali.
In particolare, in quali settori operate?
I nostri clienti provengono da industry e dimensioni molto diverse, a testimonianza di quanto sia pervasivo questo campo. Noi siamo dell’idea che, se si vuole sfruttare la potenza dell’AI, si debba delineare una traiettoria comune tra clienti e aziende, con un approccio orizzontale per la customer experience. Sta alla singola azienda, poi, scegliere gli obiettivi da perseguire e come poterli portare a termine. Nell’ultimo anno, il focus è stato indirizzato principalmente alla richiesta proveniente dal mercato domestico. Ora vogliamo guardare verso traiettorie internazionali, all’Europa in particolar modo.
Quali sono, quindi, i vostri prossimi obiettivi?
Non vogliamo che si fermi la ricerca tecnologica e puntiamo ad avere il miglior prodotto possibile di Intelligenza artificiale per le aziende. Stiamo espandendo il nostro network di partner che ci possono aiutare nel setup, nel customer insight, nell’advertising e nella gestione di altri servizi. Il nostro team è in continua crescita, così come i nostri obiettivi. In particolare, siamo alla ricerca di sales e account executive. Abbiamo adottato un approccio “move first” che da Milano lavora su tutto il territorio italiano coordinandosi e sfruttando questa potenza per ottenere risultati che guardino agli agenti AI e a nuovi canali e integrazioni. Il nostro obiettivo ultimo è quello di trasformare il futuro della customer experience affiancando ogni azienda che veda la gestione del rapporto con gli utenti come chiave per il proprio successo.