Nei 1000 metri quadri dell’incubatore dell’Istituto Italiano di Tecnologia nascono e vengono sviluppati ogni giorno nuovi progetti che interessano, in particolar modo, il settore della robotica. «Qui l’AI è il vero trend, del presente e del futuro, verso un’interazione uomo-macchina sempre più stretta», racconta Lorenzo De Michieli, direttore del reparto Technology Transfer dell’Istituto Italiano di Tecnologia. «Abbiamo iniziato tra il 2011 e il 2012 a focalizzarci anche su nuove idee di impresa, alcune hanno spiccato il volo e oggi sono realtà a se stanti rispetto all’Istituto, altre stanno crescendo nei nostri laboratori di elettronica, meccatronica e computazione a disposizione delle startup». L’hub for entrepreneurship dell’IIT che ospita i laboratori ha preso forma grazie a un finanziamento di Invitalia e FI.L.S.E. «Qui le startup incontrano gli investitori, partecipano a seminari e in questo cammino hanno dato vita a più di 200 posti di lavoro». La nuova tappa con il nostro consueto appuntamento del giovedì per Viaggio in Italia arriva tra le colline genovesi per scoprire tutte le potenzialità di questa eccellenza tecnologica italiana assieme al direttore del reparto Technology Transfer dell’ITT, Lorenzo De Michieli.

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IIT, i numeri del Technology Transfer
«Più di 13 anni fa l’IIT ha iniziato a supportare un certo numero di startup, oggi sono 38 e dal mercato finanziario hanno ricevuto, complessivamente, 155 milioni di euro, considerando l’ultimo aumento di capitale da 15 milioni che è stato chiuso da una delle nostre realtà, IAMA Therapeutics». L’headquarter dell’IIT ha sede a Genova, ma queste startup sono operative anche nelle sedi dell’Istituto a Torino, Ferrara, Mantova, Milano, Pisa, Pontedera, Napoli e Lecce. «Stiamo parlando di realtà per noi importanti anche da un punto di vista di impronta socio-economica che va al di là del mercato delle nuove tecnologie e abbraccia quello più generale dell’economia in vari ambiti, dall’industriale all’Agritech fino al Medtech, con gli esoscheletri pensati per la sicurezza sul lavoro, concentrandosi sulla robotica e sull’AI, un trend che si affaccerà sul mercato in maniera ancora più dirompente nei prossimi anni e che già oggi ha iniziato a fare la differenza anche con la capacità di sviluppare e risolvere compiti in autonomia», spiega il direttore.

Queste realtà sono figlie della scienza e della tecnologia. «In particolare, 9 si occupano di Scienze Computazionali, 23 di Scienze della Vita, 34 di nano materiali, 22 di robotica. L’Istituto nel 2024 ha concesso una serie di licenze alle startup dotate di un asset fondamentale per nascere e crescere». In questo contesto, la Direzione Trasferimento Tecnologico dell’IIT svolge un ruolo cruciale nel promuovere l’innovazione e lo spirito imprenditoriale all’interno di questo network virtuoso. «La nostra attività è incentrata su quattro pilastri principali: promuovere concetti innovativi, sostenere i progetti di startup e le startup, identificare tecnologie sempre più all’avanguardia e sviluppare partnership».
I best case dell’IIT
«Attualmente abbiamo in essere una cinquantina di progetti di startup che si stanno concretizzando e che si stanno avviando verso il fundraising mentre le nuove idee di business necessitano di tecnologia e tempi di costruzione più ampi».

E tra le realtà che già hanno spiccato il volo e che stanno andando molto bene sul mercato ci sono: «IAMA Therapeutics, che si occupa di sviluppare nuove terapie per disturbi del sistema nervoso centrale e ha recentemente chiuso un aumento di capitale a 15 milioni, BeDimensional, focalizzata sulla trasformazione della conoscenza scientifica nell’industria del grafene e dei cristalli bidimensionali che lo scorso anno ha chiuso un finanziamento da 20 milioni e, complessivamente, ha raccolto più di 45 milioni di euro. Attualmente si occupa anche dello sviluppo di nuovi materiali sempre a base di grafene per le batterie a litio di nuova generazione e ha inaugurato il suo primo impianto industriale – spiega Lorenzo – Ma penso anche ad Alkivio (anche questa aveva chiuso un round da 2 milioni nel 2023), che con una tecnologia brevettata sviluppa biocompositi ideati per essere biodegradabili, compostabili, ecosostenibili, colorabili e compatibili con i principali processi industriali con l’idea di investigare come riusare gli scarti di carta durante la cottura. Dal 2024, Alkivio ha iniziato anche a collaborare con Alessi per lo sviluppo di parti in plastica green di alcuni oggetti, come i cavatappi, unendo il design italiano con le tecnologie d’avanguardia anche di caratura internazionale».

Per questo riguarda i nuovi progetti di startup, anche in questo settore idee interessanti non mancano, come evidenzia Lorenzo: «Penso al progetto Ecored, nato per combattere il cambiamento climatico, rivoluzionando la riduzione delle emissioni di CO2 attraverso un approccio innovativo nell’industria ma anche a Vinum, un’iniziativa che mira a cambiare la potatura invernale delle viti rendendola autonoma e generando un impatto diretto sulla qualità e quantità della produzione. Un’idea interessante in un settore che lamenta una costante carenza di manodopera».

Quale futuro per le startup dell’IIT?
«La robotica sarà sempre più centrale in futuro, che sia riabilitativa, industriale, legata all’Agritech, deve essere in grado di collaborare con la persona, verso una relazione sicura e collaborativa – spiega il direttore – Ci troviamo oggi di fronte a un’espressione concreta di questa branca di studio, che non è più segregata tra sbarre e reti metalliche ma sempre più si avvicina all’uomo e collabora con l’essere umano in qualità di assistente cognitivo», commenta Lorenzo. In questo quadro, l’interazione uomo-macchina diventa fondamentale: «Si sta andando sempre di più verso la creazione di un’interconnessione naturale, che ha a che fare non solo con il comportamento motorio e verbale della persona, ma anche con l’osservazione dell’essere umano, per capire come aiutarlo al meglio. Le macchine devono capire e agire di conseguenza e le startup che si stanno concentrando, e si concentreranno su questo ambito, saranno incentivate a farlo».