«L’idea di fondo, al di là dell’utilizzo dello spazio, è che deve essere una piattaforma per il mondo giovanile». A Treviso, nel quartiere Fiera, è stato inaugurato da poche settimane un ambiente di quasi 300 metri quadrati al piano terra di un condomino, in una zona non così servita se si parla di associazioni del terzo settore, attente alle necessità delle persone più fragili ed esposte. Si chiama H.edu, un progetto sviluppato da fondazione illimity – che ha donato l’immobile – in collaborazione con la cooperativa Kirikù, realtà attiva da quasi 20 anni sul territorio. Roberto Bonifazi, esperto del terzo settore e rappresentante di fondazione illimity, ci ha spiegato le ragioni alla base di questa scelta: «Il nostro obiettivo è la promozione di progetti di interesse generale con finalità solidaristiche. Il progetto ha come punto di partenza asset immobiliari da rigenerare in un’ottica sociale».

Come nasce H.edu a Treviso?
Come abbiamo già raccontato sul magazine rispetto all’Albergo Etico di Cesenatico, iniziative simili prendono spunto da esigenze del territorio e procedono attraverso uno scouting attento per individuare gli attori più maturi da coinvolgere. «A Treviso – ha aggiunto Bonifazi – l’obiettivo era creare un’infrastruttura sociale dedicata ai giovani e alle nuove generazioni. Con questo chiaro punto di vista abbiamo attivato interlocuzioni con soggetti competenti sul territorio. E abbiamo deciso di selezionare Kirikù».

Per scoprirne la storia abbiamo raggiunto anche il Presidente della Cooperativa di tipo A. «Siamo partiti come un piccolo gruppo di educatori – ci ha spiegato Mauro Gazzola -. Ci ha animato un sogno: aiutare ogni bambino a stare bene con la propria famiglia». Il nome di questa realtà si ispira al lungometraggio Kirikù e la strega Karabà. «Il protagonista è un bambino che non si accontenta delle risposte degli adulti e cerca sempre il bene delle altre persone».
Uno spazio aperto
E così, ha proseguito Gazzola, si è sviluppata una rete di sostegno. «Lavoriamo su percorsi alternativi all’allontanamento dei minori dalla propria famiglia. Ci occupiamo di progetti educativi individualizzati, dall’intervento in famiglia a percorsi con le classi. Operiamo in tutta la provincia di Treviso con 80 colleghi tra educatori e psicologi. L’incontro con fondazione illimity ci ha permesso di ampliare gli sforzi per dare casa a un’iniziativa aperta a più persone possibili».

«Il potenziale di questo progetto è molto alto – ha aggiunto Bonifazi -. Interviene su infanzia e mondo giovanile. Lavorare su orientamento e progetti di vita significa del resto riuscire ad aver un impatto sociale sui ragazzi del territorio». H.edu non punta, infatti, ad essere uno spazio chiuso. «Sarà sempre un luogo aperto, un luogo comune per tutti», ha precisato. Con le redini del progetto in mano, Kirikù conterà comunque sempre sul supporto di fondazione illimity. «Ci sono obiettivi che vanno raggiunti per garantire l’impatto e le finalità sociali».
«L’idea giusta viene prima dei finanziamenti»
Ora che le attività sono cominciate il presidente di Kirikù punta a costruire un hub educativo, aperto alla cittadinanza e a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco. «Mi piacciono le sfide – ha confidato Gazzola -. L’idea giusta viene prima dei finanziamenti. Abbiamo già ricevuto mail di persone che vorrebbero collaborare con noi. Ad esempio, ci ha raggiunto una ragazza che va in skateboard e che vorrebbe fare laboratori per la costruzione e la decorazione delle tavole. Un luogo fisico come questo ci aiuta a essere riconoscibili. Vorrei che diventasse un posto pensato in maniera indipendente dalla Cooperativa.».
Il progetto sostenuto da fondazione illimity avrà ora bisogno di tempo per sviluppare i suoi frutti, sempre con la stella polare dell’impatto sul territorio. «Quando ci attiviamo per valorizzare i nostri asset – ha concluso Bonifazi – cerchiamo radicamento sul territorio e competenze. Deve crearsi un match. In Kirikù abbiamo trovato il partner ideale per creare una piattaforma per il bene comune a servizio delle nuove generazioni».