Resilco srl, startup innovativa con sede a Bergamo che ha sviluppato una tecnologia innovativa per il trattamento di alcune tipologie di rifiuti industriali trasformandole in materie prime secondarie, annuncia la chiusura di un round Serie A da 5 milioni di euro. Il round è stato guidato da 360 Capital, società europea di venture capital, attraverso il proprio fondo climate tech 360 LIFE II – sostenuto anche da CDP Venture Capital, attraverso il Green Transition Fund – con il coinvolgimento del Fondo Parallelo LV 360. Il round ha visto anche la partecipazione di Tech4Planet, Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico promosso da CDP Venture Capital SGR per la sostenibilità ambientale. Il finanziamento segue quello da 1,2 milioni di euro del 2023.
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Il round di Resilco
Resilco utilizzerà i capitali raccolti per sostenere la propria crescita sul mercato, costruire il primo impianto mobile nel 2026 e, nel 2027, il primo impianto industriale in Italia per il recupero e la trasformazione di alcune tipologie di rifiuti industriali in materie prime secondarie utilizzabili in settori come quello delle costruzioni, con annesso stoccaggio di CO2. Fondata nel 2019 a Bergamo da David Callejo Munoz (CEO), nel 2023 si sono aggiunti Paolo Brazzo (Head of R&D), Alessandro Panza (Head of Engineering) e Marta Cecilia Pigazzini (Head of Business Development), con l’obiettivo di minimizzare lo smaltimento dei rifiuti, si occupa di ridurre le emissioni di CO2 e preservare le risorse naturali, generando valore economico. Le materie prime secondarie generate sono utilizzabili nel settore delle costruzioni, con annesso stoccaggio di CO2. Nel trattamento sono coinvolti diversi tipi di rifiuti industriali di natura alcalina, come le ceneri volanti da impianti di termovalorizzazione, le scorie siderurgiche dalla produzione di acciaio e le polveri di abbattimento fumi di vari settori industriali (es., produzione di ceramica, vetro). Oggi tali rifiuti vengono smaltiti principalmente in discarica, ma la tecnologia di Resilco consentirà di trasformarli in preziose materie prime secondarie che, a seguito dell’ottenimento dell’End of Waste, potranno essere immessi sul mercato e utilizzati in settori come quello delle costruzioni, della produzione di malte, calcestruzzi, intonaci, resine e bitumi, immagazzinando al tempo stesso la CO2 ed evitando lo smaltimento in discarica. Questa tecnologia accelera il processo di carbonatazione naturale (quello per cui una sostanza, in presenza di anidride carbonica, dà luogo alla formazione di carbonati), immobilizzando gli elementi pericolosi presenti nei rifiuti. Opera a temperatura e pressione ambiente, richiede come reagente principale la CO2 e in meno di un’ora, comunica l’azienda, trasforma un rifiuto in un materiale riciclato che può essere poi utilizzato nella produzione di malte, calcestruzzi, bitumi, etc.