Un’indagine scava nella mania del foodporn: sarebbe un piccolo rituale che, spostando di poco il momento del pasto, contribuirebbe a influenzare positivamente il giudizio su un piatto
smartphone
Vibram, azienda italiana leader nel settore delle suole, ha realizzato una soluzione in grado di ricaricare il proprio telefonino semplicemente camminando. Si chiama Hero ed è in grado anche di catturare tutti i dati delle nostre passeggiate.
NexDock è il “guscio” di un laptop, che diventa computer collegando via HDMI il tuo smartphone o tablet. La praticità del mobile con l’usabilità di un PC. Su Indiegogo, però, il progetto sta facendo molta fatica…
Bird, inventato da una startup israeliana, è il device che, una volta infilato al dito, consentirà di scorrere uno schermo, spostare e afferrare le cose, rendendo qualsiasi spazio completamente interattivo.
Barilla diventa digitale partendo dalle vetrine di New York: a Manhattan i clienti (grazie a un sistema Microsoft) leggono le recensioni (non filtrate) che arrivano da Tripadvisor. Ecco come funziona. E perché lo hanno fatto
A trent’anni dallo scandalo che travolse l’immagine del made in Italy è cambiato tutto: oggi il vino italiano (grazie ai controlli sulla qualità introdotti dopo quella vicenda) è salito sul tetto del mondo. Ecco come ha fatto
Tramite smartphone il dispositivo scopre qualità, maturazione e deterioramento del cibo. Ma è già attivo anche per piante e farmaci. E su Kickstarter SCiO ha raccolto 2 milioni e 700 mila dollari
Jaq è uno dei prodotti che ha attirato più curiosi al Mobile World Congress di Barcellona. Permette di ricaricare il proprio smartphone senza bisogno di corrente elettrica ma sfruttando l’acqua salata, alcuni processi chimici e celle combustibili.
Ecco l’elenco delle startup agtech che, nel 2015, hanno ricevuto di più dal seed capital. Non è una classifica, ma indica alcune delle giovani imprese più promettenti (con un’italiana)
La mia social dinner al Ford Social Restaurant di Eataly con Ivan Zazzaroni e gli ex concorrenti di MasterChef Lucia Giorgi e Dario Baruffa. Tra un piatto di mezzi paccheri e tanti tweet