Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.

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Che cos’è il Vibecoding?
Vibecoding è un termine informale che descrive un nuovo approccio alla programmazione basato sull’uso intensivo di AI generativa. Lo sviluppatore interagisce con il modello linguistico in modo molto naturale e intuitivo, senza preoccuparsi troppo dei dettagli del codice. Invece di scrivere manualmente ogni riga di codice, chi fa vibecoding dà istruzioni in linguaggio naturale all’AI (es. “aggiungi un pulsante rosso in basso a destra”) e lascia che il modello si occupi della parte tecnica. L’utente accetta automaticamente i suggerimenti dell’AI (“Accept All”) e non si preoccupa troppo di leggere le modifiche nel dettaglio. Quando ci sono errori, spesso si copiano e incollano direttamente i messaggi di errore nell’Intelligenza artificiale, senza commenti, sperando che li risolva da sola. Lasciarsi completamente trasportare dalle vibrazioni sulla scrittura del codice sarà un bene o un male? L’esperienza è chiaramente ancora importante nel mondo della creazione con le parole. Dopotutto, bisogna sapere cosa si vuole creare, essere in grado di giudicare se i risultati sono buoni o meno e fornire feedback adeguati. Ma applicare l’esperienza non deve per forza richiedere molto lavoro. Oggi, la chiave non è affidarsi completamente all’AI o rimanere ancorati ai metodi tradizionali, ma trovare i giusti punti di collaborazione. Una competenza che stiamo ancora imparando.
Perchè la Cina rilascia modelli di AI avanzati gratis?
Nelle ultime settimane, la Cina sta rilasciando gratuitamente i suoi modelli di Intelligenza artificiale più avanzati. Quando gli Stati Uniti hanno imposto nuove restrizioni sull’accesso della Cina alle tecnologie avanzate di AI sembrava scontato che Pechino avrebbe reagito chiudendosi a riccio, proteggendo i propri progressi e rafforzando il segreto industriale. Invece è successo il contrario: colossi tecnologici cinesi come Alibaba, Baidu e Tencent hanno cominciato a inondare il mercato con potenti modelli di AI aperti.

La vera sorpresa, in un settore tradizionalmente segnato dalla segretezza, è la loro apertura radicale. Ma la generosità ha sempre dietro una strategia nel mondo del business e della geopolitica? Con il rilascio open source, la Cina sta giocando una partita diversa dove aggira le sanzioni statunitensi, decentralizza lo sviluppo e sfrutta il talento globale per perfezionare i propri modelli. Anche le limitazioni imposte sui chip Nvidia diventano meno rilevanti, se altri paesi possono addestrare i modelli cinesi con hardware alternativo. Per Pechino, questa strategia può diventare un’arma efficace nella guerra tecnologica con gli USA. Le aziende americane, abituate a trarre profitto da licenze e servizi premium, potrebbero trovarsi in difficoltà, in un contesto dove l’IA è abbondante ma difficile da monetizzare.
Tra robot umanoidi e non, chi conquista i mercati?
Cosmos, presentato da Nvidia nella conferenza annuale in Silicon Valley sui Robot, è stato progettato per creare mondi virtuali in cui addestrare le “menti” robotiche. Nvidia sta rilasciando Cosmos come open source nella speranza di attrarre altri sviluppatori. Il CEO, Jensen Huang, ha dichiarato che «questa diventerà la più grande industria tecnologica che il mondo abbia mai visto».

L’azienda sta anche lavorando su un motore fisico in grado di aiutare i robot a comprendere le proprietà degli oggetti (ad esempio, distinguere tra qualcosa di duro e qualcosa di morbido). Questo progetto è sviluppato in collaborazione con Disney e Google DeepMind — un’alleanza che unisce tecnologia avanzata e immaginario fantastico, a conferma della miscela che sta alimentando la rivoluzione robotica. Le aspettative sui robot troppo alte possono essere un boomerang? ChatGPT e simili si basano su grandi quantità di dati testuali provenienti da Internet. Ma non esiste un corpus già pronto di dati che descrivano accuratamente il mondo fisico. Nel mondo reale non c’è spazio per le “allucinazioni” a cui oggi sono soggetti i LLM — immaginare cose che non esistono — perché l’interazione con l’ambiente e con le persone deve essere precisa e affidabile. Promuovere robot umanoidi come se fossero pronti all’uso rende la vita più difficile agli stessi sviluppatori e rischia anche di far perdere di vista un mercato molto più vicino e concreto: quello dei robot non umanoidi, pensati per compiti specifici. Un esempio? I carrelli automatizzati per magazzini sviluppati da Robust.ai, una startup fondata da Rodney Brooks, pioniere della robotica, ex professore al MIT e creatore del famoso aspirapolvere Roomba.
Quali novità per Gmail?
Google ha appena introdotto un’importante novità in Gmail: la funzione di ricerca ora non si basa più esclusivamente sull’ordine cronologico, ma sfrutta l’intelligenza artificiale per mostrare prima le email più rilevanti. Questo significa che, invece di vedere semplicemente i messaggi più recenti legati a una parola chiave, gli utenti troveranno in cima alla lista quelli che gmail ritiene più utili in base a diversi fattori: frequenza di apertura, contatti abituali, clic più frequenti e, naturalmente, la pertinenza rispetto alla query di ricerca. Il nuovo sistema è già in fase di rilascio a livello globale per tutti gli account personali, sia sul web che nelle app Android e iOS e Gmail sta integrando sempre più funzionalità avanzate per competere con Apple Mail, che con iOS 18 ha introdotto caratteristiche simili. Tra le novità recenti troviamo l’integrazione con Gemini per aggiungere eventi al calendario direttamente dalle email, e le “schede riepilogative” che consentono di tracciare pacchi, fare il check-in per i voli o pagare bollette direttamente dalla posta in arrivo. La nostra posta elettronica saprà anticipare i nostri bisogni? Stiamo andando verso dei servizi che non solo reagiscono alle nostre ricerche, ma potrebbero anticipare le nostre intenzioni e proporre azioni da compiere o addirittura aiutarci nell’organizzare e ricordare i contenuti dei messaggi attraverso promemoria.

Una questione aperta riguarda il controllo dell’utente e quanto saremo disposti ad affidarci all’AI per filtrare ciò che conta. Google, consapevole di queste sensibilità, ha introdotto un selettore che permette di scegliere tra i risultati “più recenti” e quelli “più rilevanti”. Ma nel lungo termine, l’equilibrio tra efficienza e autonomia resterà un tema centrale. In definitiva, ci stiamo muovendo verso un modello in cui la casella email non è più solo un archivio, ma diventa un assistente personale sempre più intelligente.