«L’interoperabilità è quindi fondamentale per aprire a terzi nuove possibilità di sviluppare prodotti e servizi innovativi sulle piattaforme gatekeeper di Apple. Di conseguenza, i consumatori europei avranno a disposizione una scelta più ampia di prodotti compatibili con i loro dispositivi Apple». Nelle scorse ore la Commissione Europea ha pubblicato alcuni aggiornamenti rispetto a quello che le Big Tech americane dovranno fare nel futuro prossimo per adeguarsi alle normative Ue, pena multe salate. Uno dei destinatari dell’avviso di Bruxelles è la multinazionale guidata da Tim Cook, alla quale la Commissione guidata da Ursula von der Leyen chiede di aprire il sistema operativo iOS a terze parti.

Cosa chiede la Commissione Europea ad Apple?
Come si legge su Euronews, la Big Tech di Cupertino ha due anni di tempo per far sì che i propri iPhone possano collegarsi ad altri dispositivi non Apple, come ad esempio gli smartwatch e le cuffie di altre aziende. Da sempre la società americana ha puntato sulla creazione di un ecosistema chiuso, attirandosi non poche critiche da parte delle autorità e degli sviluppatori. Come si legge su Reuters, il colosso americano potrebbe subire una multa pari al 10% del suo fatturato annuo globale se mancasse di rispettare quanto richiesto.
Nel frattempo Apple deve attendere l’esito di un’indagine di non conformità: la Commissione Europea nelle prossime settimane stabilirà se l’azienda ha fatto abbastanza per far sì che gli utenti abbiano libertà di scelta del browser sui device, o se Safari vada a ledere la concorrenza.

La Commissione Europea bussa anche a Google
Ma non c’è soltanto Apple ad aver ricevuto aggiornamenti da Bruxelles. Pure Alphabet, la holding che controlla Google, è stata oggetto di indagini da parte della Commissione UE: è stato concluso che la multinazionale non favorisce agli sviluppatori un indirizzo che non sia quello dei propri app store. E questo significa secondo l’UE una violazione del Digital Market Act.
Di fronte a questo quadro è evidente che la questione si inserisce nei rapporti sempre più tesi tra Stati Uniti ed Europa. Dopo il suo insediamento il presidente USA Donald Trump ha dato il via, come annunciato, a una nuova edizione della guerra dei dazi che penalizza vari tipi di prodotto provenienti dal mondo, Europa compresa. Bruxelles ha risposto innalzando a sua volta le tariffe. Le multe alle Big Tech costituiscono senz’altro una modalità per fare pressione su Washington e sulle grandi società tecnologiche, molte delle quali hanno sostenuto Trump proprio per ottenere supporto dalla Casa Bianca rispetto alle indagini della Commissione Europea.