Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.
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L’India nella corsa all’AI
Secondo Nandan Nilekani, cofondatore di Infosys, i piccoli modelli linguistici addestrati su dati molto specifici sono molto efficaci. La multinazionale tecnologica indiana, con un fatturato annuo di quasi 19 miliardi di dollari, si sta posizionando come fornitore di AI per i suoi clienti in oltre 50 Paesi, aiutandoli a organizzare i loro dati e ad addestrare i propri modelli. Nilekani ha evidenziato il lancio, lo scorso mese, di due piccoli modelli linguistici in collaborazione con Nvidia, azienda leader nei chip per l’AI.
Questi modelli, addestrati sui dati di Infosys, sono integrati in prodotti come il software bancario digitale Finacle sviluppato sempre da Infosys. Se le aziende costruiranno i propri modelli, la tecnologia l’India potrebbe aumentare il suo ruolo nello sviluppo dell’AI. Alcuni analisti hanno espresso preoccupazione per il fatto che il settore dell’outsourcing indiano possa risentire dell’adozione di modelli IA sempre più sofisticati. Tuttavia, se le aziende costruiranno i propri modelli, la tecnologia di AI rappresenterà un’opportunità e non una minaccia per società come Infosys che aiuteranno le altre aziende a sviluppare modelli di AI più piccoli ma altrettanto performanti.
Chi vincerà la gara all’AI?
Nell’AI più che di singola competizione possiamo parlare di un triathlon. Oggi la competizione del settore dell’AI riguarda 3 sfide:
- Sviluppare i modelli fondativi di IA generativa più avanzati
- Conquistare i clienti rendendo l’IA utile
- Costruire infrastrutture costose che rendano possibili i primi due obiettivi.
I benchmark utilizzati nell’industria per confrontare le prestazioni tra i modelli di IA sono ampiamente criticati come inaffidabili o irrilevanti, il che rende difficili i confronti diretti. Nelle diverse competizioni vincerà il migliore o le preferenze per un modello rispetto a un altro sono guidate dalla pura soggettività? OpenAI rimane un punto di riferimento nell’AI generativa, grazie al successo di ChatGPT, una solida base di utenti e una stretta alleanza con Microsoft, nonostante il rallentamento del rilascio di nuovi modelli. Anthropic, fondata da ex dipendenti di OpenAI, si posiziona come concorrente cauto ma efficace, con il suo modello Claude 3.5 Sonnet e partner come Amazon e Google. Big G cerca di recuperare terreno con Gemini e una forte integrazione nei suoi prodotti, ma fatica a bilanciare l’innovazione con la competizione serrata nel settore dell’Intelligenza artificiale.
Le banche nell’era digitale
Possedere una banca negli Stati Uniti è intenzionalmente difficile e la convinzione che commercio e attività bancaria debbano rimanere separati ha generato regole che impediscono a società come Walmart, Google o Tesla di accettare depositi e concedere prestiti. Ma questo potrebbe cambiare e, se accadesse, i clienti avrebbero più scelta, ma il sistema finanziario diventerebbe più rischioso. Dinanzi a questo scenario, Elon Musk potrebbe trasformare X in una piattaforma finanziaria universale? Con l’amministrazione Trump le cose potrebbero cambiare. I repubblicani, tradizionalmente più favorevoli all’innovazione, potrebbero aprire le porte a nuovi proprietari di banche, tra cui Alphabet (Google), Amazon o Meta, interessati a combinare dati e ricchezza dei loro milioni di clienti statunitensi. Ci sono potenziali vantaggi: nuovi attori potrebbero innescare una “guerra dei prezzi”, offrendo tassi migliori ai risparmiatori, ma anche potenziali rischi: i leader delle Big Tech, potrebbero trasferire il loro approccio spericolato anche nel settore finanziario.
Il sistema sanitario inglese nell’era digitale
ll rapporto del programma Innovation Ecosystem Programme (IEP), commissionato da NHS England, ha analizzato il sistema sanitario britannico. La “life sciences vision”, sviluppata congiuntamente nel 2021 da governo, NHS e settore privato, ha delineato un piano decennale per promuovere l’innovazione e ampliare l’accesso dei pazienti ai servizi sanitari. Tuttavia, il rapporto evidenzia che politiche disgiunte, ostacoli regolatori e una cultura scettica o avversa al rischio stanno rallentando i progressi. Ma il governo porterà il sistema sanitario inglese nell’era digitale migliorando efficienza e assistenza ai pazienti? Se il Regno Unito non dimostra di essere in grado di portare innovazioni ai pazienti, le aziende potrebbero trasferirsi in altri Paesi, come gli Stati Uniti. Tra le raccomandazioni principali del rapporto, c’è la richiesta di maggiore chiarezza su responsabilità e tempi, per semplificare e accelerare sia i test sia l’implementazione delle innovazioni. Si suggerisce, inoltre, di spostare l’attenzione dai singoli prodotti a intere “categorie di innovazione e cambiamenti nell’assistenza”, con una pianificazione a lungo termine di tre, cinque e dieci anni.