Poco più di un mese fa pubblicavamo su queste pagine la recensione delle Freebuds Pro 4, lodandone l’ottima qualità costruttiva. Nel giro di poche settimane torniamo ora a parlare degli auricolari del colosso cinese perché abbiamo avuto modo di provare le Huawei FreeArc.

Huawei FreeArc, mettiamole nelle orecchie
Lo stile ancora una volta è quello che definiamo “a conchiglia”, in quanto segue le linee delle nostre orecchie per adattarsi al meglio, senza entrare fastidiosamente e in profondità nel condotto uditivo come gli auricolari a bottoncino. In questo modo non solo è possibile portarle per più ore senza avvertire l’orecchio “stanco” (l’ideale insomma per chi fa sport o per coloro che trascorrono proprio malgrado ore e ore in call), ma soprattutto non si resta mai isolati rispetto all’ambiente circostante. Insomma, un altro plus per chi ha intenzione di indossare le cuffie Huawei FreeArc durante intense attività sportive outdoor e non vuole correre il rischio di non avvertire i rumori attorno a sé.

Altro elemento che suggerisce che il costruttore cinese nel creare le FreeArc ha pensato soprattutto agli sportivi – non fosse sufficiente il materiale marketing che vede i modelli praticare le attività più disparate – è la certificazione IP57 che conferma la comprovata blindatura alla polvere e all’acqua. C’è persino la possibilità di immergerli fino a un metro di profondità per mezz’ora senza che le prestazioni ne risentano. Gli auricolari sono realizzati in morbido silicone che, una volta indossato, non dà fastidio nemmeno dopo diverse ore di utilizzo.

La custodia per la ricarica è anch’essa leggermente gommata e restituisce una piacevole sensazione al tatto. Rispetto a molti competitor, il case è piuttosto grandicello, ma è comunque possibile infilarlo in tasca, anche nel caso si indossino tute molto aderenti. Parlando della custodia di ricarica è necessario affrontare il discorso dell’autonomia, che Huawei fissa a circa 7 ore.
Durata confermata nei nostri test. E il case permette di ricaricare gli auricolari fino a 4 volte prima di dover essere ricaricato a sua volta. Questo vuol dire che quando siete fuori casa e portate la custodia con voi avete ben 28 ore di riproduzione assicurata. L’aspetto più piacevole, comunque, è il supporto alla ricarica rapida che consente con 10 minuti di ottenere tre ore di utilizzo.

Veniamo però al passaggio della nostra recensione più atteso da tutti coloro che stanno pensando se valga la pena investire 119 euro nei Huawei FreeArc, ovvero il test audio: i driver 17x12mm collaborando con un algoritmo che adatta il suono e grazie all’apporto di un diaframma composito dalla placcatura in titanio garantiscono un’ottima qualità, permettendo di avvertire sia alti cristallini sia bassi profondi e avvolgenti. L’unico neo è che tenendo il volume al massimo l’auricolare vibri, ma è un difetto notato solo ponendo il device sotto stress e che voi con ogni probabilità non avrete modo di appurare dal momento che nessuno tiene le cuffie al massimo.

Come si anticipava, le FreeArc non isolano dal rumore proprio per evitare che chi fa sport all’aperto incorra in brutte situazioni, ma in compenso il microfono scherma perfettamente il caos di fondo, rendendo la conversazione pulita anche quando si è in mezzo al traffico o in mezzo a un open space affollato da colleghi urlanti.
Almeno per chi riceve la chiamata, perché chi le indossa dovrà comunque fare i conti con il fatto che queste cuffie open-ear siano state progettate con lo scopo proprio di non isolare completamente chi ha nelle orecchie che potrebbe perciò sentire ben poco. Chi volesse giochicchiare coi parametri può scaricare l’app AI Life, compatibile – come del resto le cuffie – sia con il sistema operativo Android, sia con iOS. Nulla da dire sulle gesture che permettono di rispondere o passare al brano successivo con un veloce tap che viene sempre letto con precisione dal dispositivo.
Insomma, le FreeArc di Huawei sono senza dubbio cuffie molto comode, che non balzano via dall’orecchio nemmeno con ripetute sollecitazioni, senza però per questo stressarlo mai, perché non ci si avvinghiano, abbracciandolo delicatamente. Al netto del fatto che non sono il prodotto più indicato per una call in un ambiente rumorisissimo, che non dispongono di ricarica wireless e che il case è insolitamente grande (ma non troppo ingombrante), si sono rivelate un prodotto davvero di gran qualità, soprattutto a livello tecnico: i microfoni si confermano tra i migliori testati di recente.