Secondo Politico il missile da crociera Long Neptune utilizzato nei giorni scorsi da Kiev può essere una carta vincente nella complessa situazione dell’Ucraina. La telefonata dei giorni scorsi tra il presidente USA Trump e il presidente russo Putin non ha smosso più di tanto la situazione sul campo: finora le due parti hanno concordato sulla sospensione degli attacchi alle sole infrastrutture energetiche, ma il cessate il fuoco è un traguardo ancora lontano. Nel frattempo l’Ucraina ragiona sui risultati del primo test di una sua nuova arma.
Cosa sappiamo sul missile da crociera ucraino Long Neptune?
Il missile è stato lanciato tra il 14 e il 15 marzo contro la raffineria russa di Tuapse, sul Mar Nero, a circa 600 chilometri dal territorio ucraino. Come si legge su RID, si tratta di un’arma riadattata sulla base del missile antinave R-360 Neptune: è capace oggi di colpire bersagli fino a 1000 chilometri di distanza. “La transizione del missile Neptune da missile antinave a versatile sistema di attacco multi-bersaglio – si legge sulla testata specializzata – è iniziata nell’aprile 2023, quando i funzionari della Difesa ucraini hanno rivelato pubblicamente che erano in corso programmi per modificare il sistema di guida e la testata del missile”.
L’obiettivo di una raffineria è strategico per Kiev dal momento che la Russia ha riconvertito la propria economia al sostegno della guerra in Ucraina. Colpire un’infrastruttura del genere mira a indebolire l’approvvigionamento di risorse da parte di Putin. Se negli ultimi anni la resistenza e la controffensiva ucraina hanno beneficiato soprattutto dell’impiego dei droni, i missili da crociera come il Long Neptune costituiscono un’arma più potente, anzitutto perché più veloce (prossimo alla velocità del suono). Rispetto però ai missili balistici possono trasportare meno testate e sono più facilmente intercettabili. Al momento sembra che Kiev possa contare su circa 100 missili di questo tipo.