Un progetto intercontinentale, nato tra Sydney e Milano e passato per Cholargos (Grecia). ScentDia è un robot unico nel suo genere non solo perchè più che a un automa assomiglia a un’opera d’arte, ma anche perché, per la prima volta, integra una dimensione olfattiva, rendendo l’interazione umano-robot più intuitiva e coinvolgente. Nato dalla collaborazione tra Mari Velonaki, artista e docente della University of New South Wales di Sydney, Luisa Damiano, professoressa dell’Università IULM e specialista in filosofia della mente, e Manos Gerakinis, artista profumiere, il primo “robot sociale” apre nuove prospettive in diversi contesti come quello dell’assistenza sanitaria, dell’educazione, del supporto alla persona ma anche del marketing e dell’intrattenimento. Questo nuovo Viaggio in Italia stavolta dal Belpaese si sposta in Grecia per approdare in Australia, alla scoperta di come è stato progettato e messo a terra un progetto così ambizioso quanto originale.

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ScentDia, dove è nato?
ScentDia somiglia a una scultura più che a un automa, con una finitura simile alla porcellana. Tutto ha inizio nel 2011, con la prima opera della Diamandini Robotic Series: il robot umanoide interattivo creato dall’artista e docente Mari Velonaki grazie a un finanziamento dell’Australian Research Council. Il primo di questi robot risponde al movimento e al tocco di chi ci interagisce e per ottenere un movimento etereo e fluido ha sviluppato una base motoria omnidirezionale, dotata di un meccanismo brevettato, che garantisce il rotolamento delle ruote quando cambia orientamento o velocità.

Nel 2024, Mari Velonaki, in occasione dell’apertura del nuovo National Communications Museum di Melbourne, ha dotato Diamandini di una nuova dimensione: la presenza sonora, utilizzata per comunicare con George, l’Orologio Parlante, dentro il museo. L’ultimo step di questa innovazione, che va a braccetto col futuro, era dotare il robot di una nuova dimensione: quella sensoriale. Così ha preso forma ScentDia, che ha fatto il giro di mezzo mondo per essere anche “profumato”.
L’idea nata tra i banchi della IULM
«Pur non essendo il nostro un ateneo dedicato alle STEM, accanto alle discipline che storicamente definiscono la nostra identità abbiamo scelto di investire in ambiti di ricerca come la filosofia del digitale, l’intelligenza artificiale, la teoria dei sistemi complessi – spiega la rettrice della IULM di Milano, Valentina Gravaglia – Questi nuovi saperi dialogano con le materie umanistiche e le arricchiscono, generando nuove prospettive e opportunità». A occuparsi direttamente del progetto è stata la professoressa Luisa Damiano del corso di laurea magistrale in Intelligenza Artificiale, Impresa e Società, che a StartupItalia racconta: «ScentDia è un progetto transdisciplinare che rappresenta la visione di un robot sociale che combina tecnologia e scienze umane, innovazione e sensibilità comunicativa… Stare al passo con i tempi significa non solo adattarsi al futuro, bensì contribuire a plasmarlo, con visione, consapevolezza e sviluppando un solido pensiero critico. Io mi occupo di robotica sociale da diversi anni e abbiamo pensato a questo robot come una macchina con cui interagiamo attraverso i nostri segnali sociali fisici. Così ci siamo messi in contatto con Mari Velonaki e, dato che è un’appassionata di profumi, abbiamo pensato di dotare il robot anche di questa nuova dimensione ingaggiando il profumiere greco Manos Gerakinis».

Robot come partner, non come sostituto dell’uomo
Tra i banchi di studio di Filosofia della Scienza, la disciplina che insegna la professoressa Damiano alla IULM, ha così iniziato a prendere forma la nuova identità del robot, pensato, sin da subito, non come sostituto dell’uomo ma come aiutante, in particolar modo per persone che non hanno udito o vista oppure per coloro che hanno bisogno di assistenza continuativa. «Si tratta di una presa di posizione etica e filosofica, che è un fattore molto importante. Finora il robot somigliava più a un’opera d’arte, ma adesso con una nuova dimensione olfattiva riesce anche ad assistere persone non vedenti o non udenti. Il canale olfattivo diventa, quindi, un canale di comunicazione».

La collaborazione nata tra i due istituti con il profumiere è durata circa 2 anni e mezzo, in fully remote. «Nella University of New South Wales di Sydney, l’artista e robotica Mari Velonaki ha realizzato un meccanismo ideato su Diamandini che potesse integrare anche la dimensione olfattiva, mentre nella IULM abbiamo pensato più al posizionamento filosofico ed etico oltre che ad alcuni aspetti scientifici – spiega la professoressa – Tutta la mia carriera riguarda le scienze dell’artificiale, non solo la robotica ma anche la biologia sintetica e la IULM è il luogo ideale per esprimere un’interazione tra la scienza e la filosofia. Io dirigo un dottorato e abbiamo dedicato un gruppo allo studio di queste discipline, in particolar modo sono stata affiancata nel progetto da una dottoranda che si occupa di robotica sociale».

ScentDia ha un profumo caratteristico, diverso rispetto all’odore umano: «Durante la presentazione, il profumo emanato da ScentDia è piaciuto molto, anche se molto diverso rispetto al nostro, neutro e unisex». Questo progetto transdisciplinare ha riportato, adesso, ScentDia in Australia: «Ora ci stiamo concentrando su altre innovazioni per produrre robot “di servizio” che aiutino le persone cieche piuttosto che quelle sorde e in questo c’è un grande impegno della filosofia verso le nuove tecnologie, affinchè ScentDia diventi un partner di vita quotidiana. Per fare questo passaggio, la filosofia della scienza e l’etica devono partecipare al processo di costruzione e diffusione dei robot sociali e lavorare attivamente affinché essi siano disegnati e costruiti come ‘connettori sociali’: agenti artificiali che ci incoraggino e aiutino a vivere meglio le nostre relazioni, in particolare quando si tratta di assistenza e supporto».