L’idea è di una startup indiana: sembra una normale bici, ma è capace di avanzare autonomamente all’interno di una corsia elettrificata ad alto contenuto tecnologico
Un po’ Hyperloop a pedali, un po’ pista ciclabile del futuro: arriva dall’India il progetto che promette di unire la mobilità urbana sulle due ruote alle più avanzate tecnologie, permettendo di risolvere problemi di traffico ed inquinamento.

Il modello si chiama Cycleloop ed è stato presentato all’ultima edizione dell’American Society of Civil Engineers (ASCE) Innovation Contest, evento che si propone di trovare idee futuristiche che possano risolvere problemi attuali. Il contest è diviso in varie categorie, da modelli di business innovativi a proposte di ingegneria sostenibile e, ovviamente, nuovi sistemi per i trasporti del futuro.
È proprio in quest’ultima categoria che si è imposto il modello della startup indiana Tietran. All’apparenza potrebbe sembrare una normale bici, ma in realtà è capace di avanzare autonomamente all’interno di una corsia elettrificata ad alto contenuto tecnologico. Una bicicletta a guida autonoma, capace di bilanciarsi da sola, combinata ad algoritmi che la rendono un mezzo conveniente e sicuro.
Il modello lascia ovviamente la possibilità di fare forza sui pedali, lasciando sempre a disposizione l’aiuto della pedalata assistita. La particolarità è che la bici non si muoverà nel traffico cittadino, ma rimarrà all’interno di un tracciato leggermente sopraelevato rispetto al livello della strada, dotato di sensori che controlleranno il tragitto e la velocità.
I vantaggi di Cycleloop
Evidenti i vantaggi per il rilascio di CO2 nell’aria: i dati raccolti dalla startup parlano di un’emissione di 10 grammi per chilometro, a confronto dei 120 delle auto.
Nessun problema per lo spazio in strada: la corsia dedicata alle bici è stata pensata per occupare meno larghezza possibile, senza così disturbare la normale circolazione.L’obiettivo, raccontano gli ideatori del progetto Chetan Rangaswamy Kulumepalya, Suresh Babu Salla e Sujith Surendran, è quello di arrivare ad una riduzione dell’inquinamento, all’incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblico e, soprattutto, all’integrazione dell’attività fisica nella rete di trasporto urbano.