Come avevamo anticipato qualche giorno fa, brutte notizie in arrivo per i gamer statunitensi. Secondo una ricerca di Bloomberg Intelligence, i giganti giapponesi dell’intrattenimento Nintendo e Sony probabilmente saranno costrette ad aumentare i prezzi delle loro console per videogiochi in risposta ai dazi voluti da Donald Trump.
I dazi colpiscono le console
Nello scenario base, i consumatori è stato ipotizzato che gli americani pagherebbero fino al 30% in più per una Switch 2, in uscita dal prossimo 5 giugno, o una PlayStation 5, il che implicherebbe un prezzo vicino ai 590 dollari per la console di punta di Nintendo, in uscita a breve, o per il bundle PS5+Astro Bot di Sony.
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Entrambi i dispositivi vengono assemblati in Cina, colpita da dazi al 145 per cento, sebbene Nintendo abbia anche una presenza produttiva in espansione in Vietnam, che gode di una proroga di 90 giorni dopodiché avrà dazi al 46 per cento.

Secondo l’analista di Business Intelligence Nathan Naidu, i produttori di console sono gli attori più vulnerabili nel settore dei videogiochi, a causa delle loro attività legate all’hardware e della necessità di spedire beni fisici.
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Naidu ha affermato che gli Stati Uniti rappresentano il 29% dei ricavi della Sony con sede a Tokyo e il 37% delle vendite della Nintendo con sede a Kyoto. Il mercato statunitense è indispensabile per entrambe le aziende. Ma a rischio è anche il comparto videoludico a stelle e strisce. L’Entertainment Software Association alla Casa Bianca ha ricordato che “l’industria dei videogiochi sostiene oltre 350.000 posti di lavoro e genera più di 14 miliardi di dollari di tasse”.