Portare lettere da un luogo all’altro è più rilassante di quanto non sembri in un videogioco. Ad esempio Lake è un piccolo gioiello che ha calato parecchi gamer nei panni di una postina alle prese con la routine quotidiana in un luogo bucolico e famigliare. Tiny Echo, indie corto e brillante sviluppato dagli svedesi di Might And Delight (gli stessi di Book of Travels), è qualcosa di simile ma al tempo stesso di molto diverso per atmosfere e messaggi.
Tiny Echo, la recensione
Il videogioco si completa in un’oretta con un gameplay ridotto all’osso. Si tratta di un punta e clicca di esplorazione nei panni di una misteriosa e minuta creatura. Al posto della testa ha un unico grande occhio, capace di empatizzare con chiunque incontri. La premessa di Tiny Echo non può che riguardare la grafica. Avete presente alcune carte di Dixit, disegnate in maniera eccellente e che vi trasmettono un senso di inquietudine? Non sapete perché, ma è così.

Ecco il primo impatto con Tiny Echo è qualcosa del genere. Un mondo distrutto, con eventi difficili da decifrare e abitanti di cui nulla sappiamo. Qualcosa di brutto è successo, c’è tristezza nell’aria, ma come sempre c’è anche un briciolo di speranza. Il viaggio ruota attorno alla consegna di alcune lettere. Oggetti antichi, deperibili, ma che in un ambiente post apocalittico rappresentano speranza, risposte, amore.

Tiny Echo è un prodotto silenzioso, con una colonna sonora che accompagna la lenta camminata del nostro postino. Come in Book of Travels si possono prendere le strade che più preferiamo. Non c’è una mappa, non ci sono missioni, perché l’unica cosa che conta è fare accadere le cose, in un modo o nell’altro. Il videogioco è bello da vedere, con schermate piene di aree che non potremo calpestare, ma su cui è bello soffermarsi.

I colori sono tenui, molte volte spenti e tendenti al grigio. La disperazione che incontreremo qua e là non è mai urlata, ma è piena di contegno e dignità. Tiny Echo è un prodotto che si inserisce in un filone indie molto interessante, lento e profondo come Short Trip. Non siamo voluti apposta andare oltre nella storia, anche perché merita l’esperienza.